Borghi narranti

Testimonianze

il sito internet borghi narranti contiene più di 100 racconti degli anziani di Orvinio e di altri paesi vicini: Scandriglia, Poggio Moiano, Monteleone Sabino, Roccagiovine, Percile, delle aree montane ai confini meridionali della Sabina reatina; ad est di Roma, da cui li separano la barriera dei Monti Lucretili. sono racconti del saggio Arduino, di Scandriglia, secondo cui il tempo è il più sicuro tra i maestri di vita; oppure le vivaci e lucide parole di Camillo Fabriani, di Orvinio, lucido ed appassionato centenario
Arduino di Scandriglia è un contadino pensatore: andando a letto presto, può permettersi il lusso di passare ore in solitudine, e riflettere: e così possiamo godere di alcune perle, quali l'importanza di rubare i mestieri, ossia imparare osservando nei dettagli chi ne sa più di noi; oppure un'amara considerazione sulle conseguenze del passaggio da una società ed economia che potremmo definire relazionale, ad una basata sul denaro.
il nonno di Laura rievoca la magia di un rapporto d'amore tra una bambina ed il suo nonno, ma anche il ruolo fondamentale che svolgevano nelle comunità alcune persone, forse più sagge o istruite, a cui ci si rivolgeva per un consiglio, che spaziava dall'acquisto di un'animale fino alla scelta del coniuge; non potevano ovviamente mancare i proverbi, fari di saggezza per eccellenza, in quegli anni.
le chiamavano fraschette, perchè si soleva indicarle ponendo una frasca, un ramo, sopra il portone di accesso; indicavano la trasformazione di una cantina in una locanda ove andare a poter comprare un pò di vino; la trasformazione avveniva nel caso di una produzione in eccesso della famiglia, rispetto ai propri bisogni, e trasformava il locale in un ambiente vivo e allegro; qualche volta forse troppo!
l'Ara di Giorgio era semplicemente un terreno aperto, spazzato dal vento, che veniva utilizzato dalle famiglie per la tritatura e la conciatura del grano e degli altri cereali prodotti a Orvinio; grazie agli animali il grano veniva dapprima schiacciato (la tritatura), e poi si approfittava del vento per separare il grano dalla pula; a volte si doveva passare l'intera giornata, per attendere le folate di vento; il tutto in compagnia ed allegria
Ernesto di Monteleone Sabino descrive con enfasi le Calcare, dalla complessa procedura della loro costruzione, con tecniche raffinate, alla spettacolare produzione della calce, che necessitava di giorni e notti di fuoco intenso per squagliare le pietre e trasformarle in calce; calce profumata e bianchissima, che allungata nell'acqua veniva utilizzata sia per le costruzioni che per proteggere le viti.
il racconto semplice ed affascinante di Romolo, una vita da pastore a Monteleone Sabino; un mestiere all'aperto, in solitudine e senza mai una pausa: giorno e notte appresso alle pecore alla ricerca della preziosa erba, con la compagnia fondamentale della radio, che forniva informazione, cultura, musica.. una vita in completa libertà, e forse per questo rimpianta
i ricordi della vita contadina di Pierina di Monteleone di Spoleto si tingono di una velata nostalgia; forse perchè riguardano l'adolescenza, forse perchè a Pierina piaceva proprio zappettare e levare l'erba spontanea dalle piante per farle crescere sane; tutto il giorno con l'aratro, a mano, finchè c'è luce; poi sono arrivate le macchine ed è diminuita la fatica fisica, ma anche il piacere di Pierina.
La vita dei contadini era interamente all'aperto, in campagna: non serviva il mare, per abbronzarsi! Rita di Poggio Moiano era l'assistente del padre in tutte le operazioni, anche quello di badare alle pecore, di proprietà del socio nella soccida., la società primitiva che divideva tra chi forniva il capitale e chi il lavoro.

I ricordi di Rita ed Anna Maria della levatrice di Poggio Moiano, sora Ginevra; una donna fondamentale che aiutava le donne a partorire in casa; con pochi attrezzi, tanta esperienza e tanta umanità. Passaggi fondamentali nelle esistenze delle famiglie, che segnavano l'arrivo di un nuovo protagonista nella Comunità
Il bombardamento di Palazzo Torlonia è stato un momento drammatico nella storia del Paese; non fece fortunatamente tante vittime, ma distrusse il fulcro della Comunità. Ad accrescere il rammarico della distruzione, il ricordo della leggerezza della contraerea da parte di Angelino Lancia e Lanfranco Melilli, testimoni diretti dell'evento.
Ugo Gentile aiutava il padre nella gestione del consorzio agrario di Poggio Moiano, che fu protagonista di un evento leggendario nella storia dell'Italia e e dell'Europa del dopoguerra: il famoso Piano Marshall, che inondò l'Europa di merci americane per sopperire alle carenza produttive dei paesi distrutti dalla guerra; non tutti i prodotti forniti, però, erano conosciuti dalle masse contadine
Ascoltando il ricordo di Stelio di Percile si riesce a visualizzare le strade ed i sentieri di allora brulicanti di persone che si spostavano a piedi: per andare in campagna, alle fiere, dal medico condotto o per altre commissioni in paesi vicini. talvolta gli spostamenti richiedevano di alzarsi all'alba, oppure intere giornate a camminare.

il ricordo di Camillo Fabriani di Orvinio di un episodio che avrebbe potuto trasformarsi in una tragedia, ma non lo fu, grazie alle premure di genitori terrorizzati e all'umanità dell'occupante tedesco, che vide protagonista addirittura il comandante in capo dell'esercito tedesco in italia, il temibile generale Kesserling.
il ricordo di Anna del focolare domestico, il cuore della casa e della vita dei contadini; il luogo attorno al quale, soprattutto nei mesi invernali, si raccoglieva la famiglia per condividere luce, calore e compagnia, e dove le donne riuscivano, con tanta fatica, a produrre i cibi caldi per fornire energia alla casa.
Giovanna ricorda bene la scuola di Roccagiovine, piccolo borgo periferico, ove le maestre si trasferivano per l'intera stagione; pluriclassi, grembiulini bianchi, e bacchette per mantenere dolorosamente l'ordine; e poi le colonie e le esercitazioni fasciste per mantenere in vigore il fisico.
Franco di Percile era un ragazzo vivace ed intraprendente, che il papà voleva tenere lontano dai turbolenti amici di giochi., Anche per questo fin da giovanetto mise su un piccolo orticello, per dare alla casa i prodotti genuini; non immaginava che un giorno l'orto sarebbe diventato addirittura terapeutico per la mamma